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ANTONYM, LUCE ALLA FORMA

BOTTEGA INTRECCIO

Il lampadario che Silvia Stella Osella ha disegnato per Bottega Intreccio racconta l’incontro tra due diverse espressioni dell’artigianato italiano: l’intreccio e il ricamo. Il risultato è un oggetto dalla forte carica poetica che gioca con il tema della polarità.

ANTONYM sta per antonimo, sostantivo che mette in relazione termini di senso contrario – bianco e nero, chiaro e scuro, vuoto e pieno. Il dialogo tra gli opposti parla di resistenze che sublimano nell’uno, tesi e antitesi che si risolvono in sintesi.

Potremmo leggere così ANTONYM, il lampadario che Silvia Stella Osella ha disegnato per Bottega Intreccio: un oggetto semplice ma raffinato, in grado di adattarsi a diversi ambienti. Un complemento d’arredo versatile che emana energia positiva e stimola la fantasia, invitando lo spettatore a riconoscere le forme descritte dall’alternarsi dei due materiali impiegati.

Il corpo centrale in midollino naturale ha la forma di un geoide, una sfera schiacciata lungo la linea mediana. Sulla sua superficie si innesta un ricamo di ispirazione botanica fatto di fili di rafia nera che, inserendosi nelle fughe e negli interstizi dell’intreccio, offre una nota di colore al prodotto.

ANTONYM è stato premiato dagli Art Director Angelettiruzza Design per essere “un oggetto dotato di una forte carica espressiva e di una notevole presenza scenica, pur restando un prodotto sobrio, discreto e armonico, in grado di interagire con la persona e l’atmosfera”.

La creazione di Silvia Stella Osella incarna infatti alla perfezione la sensibilità dell’azienda; così la genesi dell’oggetto assume i codici del rituale, una paziente liturgia dove, passaggio dopo passaggio, si compie il miracolo della forma. 

Per transitare dall’idea calligrafica alla prototipazione, è stato necessario attivare un processo di condivisione delle competenze che ha toccato diversi luoghi della penisola: una sfida progettuale e produttiva, affrontata con un indispensabile lavoro di squadra.

Il viaggio di ANTONYM parte da Milano, dallo studio di design tessile dove Silvia Stella Osella si occupa di consulenza creativa, disegna illustrazioni e texture, sperimenta col colore, decora tessuti e superfici. 

Il progetto su carta vola fino a Mogliano, il borgo medioevale in provincia di Macerata dove risiede Bottega Intreccio. Qui, a partire da un calco appositamente creato per la modellazione dell’oggetto, viene realizzato il primo prototipo. 

La mano di Silvia Lanfranco – ricamatrice e jewel designer – interviene poi sul corpo intrecciato, “tatuandone” la superficie con la rafia, una fibra naturale tenace e longeva. Il filo di rafia interagisce con l’intreccio in midollino creando una texture di forme organiche, un layer in sovraimpressione che rende omaggio all’arte della tessitura.

BOTTEGA INTRECCIO